Non ci sono record
S881
Dodici officiali e altri consiglieri
1502
06
20
[01] «Super petitione mille peditum»: si dà lettura di lettere credenziali del Gran Cancelliere regio e di messer Giulio degli Scorciati, nella persona di messer Giovanni dei Licosenzi; i Signori e il conte di Montorio dichiarano che messer Giovanni ha richiesto di assumere a stipendio e preparare mille fanti, da destinare in Puglia «pro statu et servitio» del re; lo stesso commissario «querat conduci pedites gratis a communitate»; tuttavia, qualora non li si possano pagare, la cifra sia ammessa o nel residuo del pagamento dei 6.000 ducati o nelle soluzioni fiscali ordinarie
S882
Dodici
1502
07
10
[01] «De civilibus militum»: si decida se ricondurre l'ufficio civile dei militi all'ufficio degli esecutori dei capitoli, con grande utilità della città; si abbatterebbero tutte le estorsioni dei militi e dei famuli, tante che ai comitatini non è rimasto niente «ex supellectili»; non si potrebbe compiere nessuna esecuzione per i creditori, inviando per così tanto tempo i militi a vessare i debitori, con danno sia per i primi che per i secondi; con grande danno anche per la città e massima ignominia, se non ci si oppone
[02] «De provisione frumentorum»: si stabilisca se fare incetta di frumento sufficiente al vitto continuo della città; questo sarebbe di grande utilità alla città, considerati i tempi «cum ordinibus administrandi»; per l'incetta i Signori ritengono di fare un'imposizione nella colletta di una certa quantità per questo primo anno, come solito per altre gravezze, ritenendo che la cosa sarà apprezzata da tutti; se si comincia quest'anno, quello prossimo si procederà di bene in meglio; si pagherà «libenterrime», considerata l'utilità e precipuamente si verrà in beneficio dei poveri, che potranno acquistarne a un prezzo minore
[03] «De monte pietatis»: si decida se verificare i conti del Monte di Pietà, perché non si sono trovati revisionati; in questo modo si capirà che cosa c'è
S883
Dodici officiali e altri consiglieri
1502
07
14
[01] «Super easdem propositiones» (ufficio civile agli esecutori dei capitoli) [02] (approvvigionamento di frumento) [03] (revisione dei conti del Monte di Pietà)
S884
Dodici e conte di Montorio
1502
07
17
[01] sull'elezione dei revisori dei conti del Monte di Pietà
[02] sull'elezione di ufficiali «super officium civilium militum reducendum ad Cameram»
[03] sull'elezione di ufficiali per il frumento che si sta per avere e di altri ufficiali per l'imposizione della relativa colletta
[04] Antonio di Mantico non vuole differire ancora il pagamento e già sembra avviato il processo per l'interdizione e la scomunica e tutto pronto per la pubblicazione e l'affissione sui portali delle chiese; non si è trovato il modo di pagare, e i «processoribus» hanno scritto di inviare qualcuno per pagare e qualcuno per trattare, e non si è trovato il modo di rispondere alle lettere; si decida cosa fare, anche perché il nunzio può trattenersi fino al martedì seguente (19), termine stabilito da Antonio
[05] (sulla revisione dei conti di Traiano oratore)
S885
Dodici
1502
07
20
[01] sulla revisione dei conti di Traiano Casella oratore, inviato prima in Francia dal re e poi a Napoli dal luogotenente duca di Nemur
[02] sugli erbaggi di Corno che erano posseduti da Gaspare di Simone e che ora spettano alla comunità; essendosi trovato chi intende acquistarli, si decida se venderli
[03] sull'istituzione di custodi delle porte per la peste, cui dare un salario perché custodiscano meglio e per non dare l'onere ai cittadini; i Signori hanno già costituito due cittadini alla custodia di ogni porta
[00] si comunicano gli otto cittadini eletti all'imposizione e i due cittadini eletti alla revisione dei conti dei depositari
S886
Dodici e officiali
1502
07
20
[01] «De presentatione patentium»: in vista dell'imposizione della colletta e della promulgazione dei bandi per la presentazione delle patenti fatte dopo l'imposizione del presente anno, si decida se nel caso in cui non si producano non siano di nessun valore e non si ammettano più e se qualora dopo l'imposizione se ne trovino di ammesse questo vada a danno dei Signori che le hanno ammesse [02] «De medicis»: la comunità non può sostenere la spesa dei medici condotti forestieri, maestro Sante «de Popori» e maestro Francesco di Stroncone, e di quelli aquilani; si decida se evitare la spesa non assumendo nessuno o soltanto i forestieri per onore di coloro dai quali sono stati assunti, che sarebbero i soli a ricevere lo stipendio [03] «De magistris scolarum»: essendo maestro Angelo morto, si decida se dare il salario ad altri e fare in modo che siano pagati quelli che vorranno «liberos suos ad discendum mittere» [04] «Iterum de medicis»: i Signori ritengono le sententie non conformi sulla questione dei medici; chiedono un secondo consulto
S887
Dodici officiali e altri consiglieri
1502
07
31
[01] «De defectu in presenti collecta quomodo supplendo»: dalla revisione dei conti dei positari è emerso che mancano circa 2.000 ducati delle soluzioni fiscali dei terzi di Pasqua e agosto, i quali sono stati presi dalla colletta per pagare i 3.000 ducati alla corte; ciò succede perché non si è esatto dai cittadini tassati per quel pagamento, se non per circa 1.100 ducati; si decida se imporre questi 2.000 ducati nella colletta presente oppure se prenderli in prestito da coloro che hanno preso in prestito la quantità non ancora imposta
[02] «De expensis in causa cum Federico»: nella causa con Federico di Bitonto di Viterbo si è minacciata rappresaglia e si è reso necessario difendere la comunità a Roma, con una spesa di 64 ducati di carlini; i Signori ritengono di dover imporre la spesa sulla comunità, ma su coloro che hanno fatto l'imboscata contro Castel del Monte per depredare le pecore di Federico e su coloro che le hanno comprate; tuttavia si chiede se fare altrimenti
[03] «De eo quod agendum est cum Antonio de Mantico»: Antonio di Mantico ha ottenuto l'interdetto contro la città, inviato per la pubblicazione; i Signori si sono adoperati perché non si facesse la pubblicazione, ma sono stati resi certi da messer Costantino di Rieti inviato a Roma che la pubblicazione è avvenuta e l'interdetto è stato affisso davanti al tempio di San Gelso; Antonio non intende desistere finché non sarà pagato
[04] «De oratore ad christianissimam Maiestatem mittendo»: il re è giunto in Italia; si decida se inviargli un oratore sia «ex debito reverentie et visitationis», sia perché dal duca di Nemur non si sono ottenute tutte le cose richieste, soprattutto la conferma dei castelli di Ofena, Castel del Monte, Forca di Penne e altri sui quali ci sono privilegi
S888
Dodici e officiali
1502
08
04
[00] si ripetono le propositiones precedenti [01] (ammanco di 2.000 ducati nei conti dei depositari) [02] (spese per la causa con Federico di Viterbo) [03] (Antonio di Mantico e interdetto); si aggiunge che si è scritto con un'offerta di pagamento che se viene accettata non sarà necessario aggravare l'imposizione [04] (oratore al re)
S889
Dodici e officiali
1502
08
13
[01] «Iterum pro frumentis»: è tornato Petricca dalla Puglia, inviato per prendere il frumento, e ha riportato lettere di coloro ai quali fu scritto; la cosa procede bene ma è necessario inviare qualcun altro per concludere [02] «Super interdictu affixo»: è stato affisso l'interdetto per quanto si deve ad Antonio di Mantico, nonostante gli sforzi dei Signori per evitarlo
S890
Dodici e officiali
1502
08
22
[01] «De solutionibus ex litteris christianissimi Regis»: si dà lettura di lettere patenti del re con le quali, per informazione di Pannunzio tesoriere, si rimprovera la città di non aver pagato le soluzioni e si ordina di farlo
[02] «De favore prestando domino Carolo de Sangro»: Sante Capruccia dichiara di aver ricevuto lettere da messer Carlo di Sangro con le quali vuole impetrare lettere in suo favore dai Signori a messer di Nemur sull'ufficio di doganiere
[03] «De mandato in causa Antonii de Mantico»: è opportuno fare un mandato per i procuratori che sono a Roma nella causa contro Antonio di Mantico e altri