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S901
Dodici e altri consiglieri
1502
11
12
[01] sono giunti due commissari francesi, che chiedono il pagamento delle soluzioni entro il giorno presente, sotto pena di 2.000 ducati; chiedono di dar loro due cittadini per quartiere per conferire; i Signori hanno offerto di pagare 1.000 ducati entro la domenica (giorno seguente) e il resto entro martedì e i commissari hanno accettato a malapena
[02] si comunica quanto è stato fatto nella lite con Federico e che per agire è necessario altro denaro
[03] si comunica ciò che si deve fare per quanto riguarda Antonio di Mantico, prima che scada il termine e si incorra di nuovo nell'interdetto
[04] si devono sostenere le spese dei commissari e delle loro famiglie, perché si trattengano più giorni, avendo inviato a chiamare i sindaci delle terre della Montagna
S902
Dodici
1503
03
01
[01] (sul sindacato del capitano) [02] (su una sottrazione subita da frate Agostino) [03] (su un dono da fare a un oratore presso il re) [04] (sulla mostra della corte del capitano)
S903
Dodici e altri consiglieri
1503
03
16
[01] il Camerlengo dichiara che ha sentito che il duca Valentino sta per giungere da queste parti e poi che con i suoi è sulla via; trovandosi la città senza alcun sussidio e debole sarebbe bene preparare qualche provvigionato e fante e inviare qualcuno a Roma per sapere come vanno le cose, e inoltre avere disponibilità di denaro per pagare le necessità [02] il capitano fa molte cose disoneste e martoria indebitamente e sconsideratamente
S904
Dodici
1503
03
22
[01] il Camerlengo riferisce che tutti temono i cavalieri che pare si stiano dirigendo da queste parti, del duca Valentino; il duca di Nemur ha scritto di preparare una certa quantità di fanti, da pagarsi a spese della corte e con quanto si deve per il terzo di Pasqua prossima; quando il tesoriere chiederà la soluzione, si potrà dire che il denaro è stato destinato dal duca ai fanti; i fanti vanno trovati il più presto possibile
[02] atteso che il capitano non processa nessuno, sarebbe bene gli si desse licenza e si lasciassero solo il giudice, il mastrodatti e i cavalieri e se ne avvisasse il vicerè
[03] don Domenico chiede di entrare nell'ospedale, ma prima vuole cautela perché possa amministrare e fare tutto a beneficio dell'ospedale e perché, una volta entrato, non ne sia cacciato, perché intende vivere e morire lì
[04] sul «dissordine» di Bartolomeo di Cola di notar Marino sul grano comprato alla città, che si rifiuta di fare dimostrazione; si agisca contro di lui secondo la pena contenuta nei bandi
S905
Dodici
1503
04
03
[01] il capitano cerca licenza e vuole andarsene «alli bagni» e lasciare il giudice e gli altri ufficiali [02] il popolo di Bagno non vuole essere molestato dalle colte delle cose e dalla stima di Gaspare, perché non pare loro giusto che debba pagare il popolo; vogliono essere sgravati di quanto mostra la stima
S906
Dodici e altri consiglieri
1503
04
07
[01] i Signori hanno ricevuto un'offerta di una certa quantità di grano che era a Manoppello; hanno chiesto ad Antonio di Giacomo di Vannuccio depositario del fondaco cittadino di pagare 50 ducati di carlini, ma egli si è rifiutato, dicendo di non voler più né comprare né vendere grano e di voler consegnare il denaro disponibile al cassiere deputato a ciò [02] servono 15 ducati d'oro per inviare alcuni procuratori a Roma al processo di Federico di Bitonto [03] l'ufficio dei capitoli non frutta niente alla comunità e i notai non ricevono niente; gli ufficiali dovranno rimettere molto alla comunità; si ritiene di dover ridurre l'ufficio allo stato precedente, finiti i due mesi in corso [04] (sulla presa di servizio del nuovo capitano)
S907
cerna
1503
04
20
[01] messer Giovangiordano, volendo andare in Francia, chiede in prestito 1.000 ducati; data la grande amicizia, il Camerlengo ritiene si debba accordare il prestito, ottenendo la rocca di Corvaro per sicurezza, con i suoi frutti [02] si fa presente che quest'anno è probabile che ci sia poca carne e che quella poca che c'è esce fuori dal tenimento aquilano e dal regno [03] Mattuccio molesta il popolo di Assergi per la colta e gli abitanti di quel castello lo accusano dicendo che hanno perduto ciò che hanno; in più Pardo Orsini ha tolto loro il bestiame, dicendo che la comunità si è tenuta per più anni le sue terre, esaurendole; chiedono perciò la misericordia di non far loro pagare le dette colte [04] si dice che la peste abbia infestato una casa, quindi si sollecitano provvedimenti perché non si diffonda
S908
cerna
1503
04
27
[01] il capitano fa alcune cose non debite, «se fanno multi dissordini» e il capitano non ha nessuna dimostrazione; si propone di dargli licenza e istituire un bargello [02] il bestiame che sverna provoca molti danni; si valuti se far pagare una fida [03] da Rocca di Mezzo chiedono di essere sgravati dei 200 ducati chiesti da Gregorio di notar Marino depositario, perché dicono che non gli spettano, per la colta dei circa 4.000 ducati dello straordinaro, dei 4.000 dell'ordinario e dei 3.000 della pena; degli ultimi due cespiti, dicono che non devono pagare niente, perché hanno già pagato 300 ducati a Vincenzo Pappacoda e a Cherubino; sono poi gravati di 150 ducati di debito con Mattuccio di Andrea di Nanni depositario, ma dicono che non devono pagare; inoltre quando era Camerlengo Giustiniano Alferi fu promesso loro di essere sgravati di 50 ducati di carlini; infine supplicano i Signori di prolungare il pagamento del castellano di Rovere per tre mesi [04] (su alcune violenze nel contado)
S909
cerna
1503
05
04
[00] i Signori della Camera, insieme a molti cittadini, si sono recati a casa di Girolamo Gaglioffi conte di Montorio per esortarlo e pregarlo a «reposare lo animo suo et cessare omne altro inconveniente» che potrebbe verificarsi, dopo per la morte avvenuta oggi di Cherubino di Davide, Ludovico di Giacomo di Marco, Costantino di Pasquale, Giovanbattista di Marino, Giovanbattista di Pietro Paolo di Sante di Castiglione e altri; il Gaglioffi replica ricordando la sua pazienza per altri avvenimenti e motivando l'azione con lo sventamento di una congiura antifrancese
S910
cerna
1503
05
05
[01] si dà lettura della lettera del reverendo monsignore «lucratore» del re; sono arrivo fanti e bisogna provvedere al loro vitto e alloggio, in modo che il popolo non patisca [02] il tesoriere chiede il terzo di Pasqua [03] la Camera ha bisogno di denaro, per il bargello e per altre spese [04] i Signori vogliono che alcuni che non sono colpevoli ma che si sono nascosti «per lu casu occorsso» possano tornare [05] i Signori hanno inviato «lu trombetta» per il QSM e il QSG